Sei in: Home page > Articoli > Il ritorno su Facebook
Francesco Bosco [13/10/2025]
Mancavo da un paio d’anni da Facebook. Lo frequentavo poco anche prima, e quasi solo per i fumetti e qualche incursione musicale. Ci sono tornato un paio di settimane fa, giusto per rispondere su Messenger ad alcuni amici che volevano le mie due nuove pubblicazioni.
Grave errore.
Nel giro di poche ore sono stato travolto da una valanga di link che mi invitavano a seguire pagine di ogni genere. Ho dato un’occhiata a quelle dedicate ai fumetti e... mi sono cadute le braccia. In due anni, la situazione è peggiorata. Ma peggiorata sul serio.
Tra le tante, una pagina in particolare (dedicata prevalentemente a Tex ) mi ha lasciato senza parole. Discussioni di una povertà disarmante, un livello medio da far venire i brividi… eppure migliaia di visualizzazioni. Mi sono chiesto come fosse possibile. Poi, in mezzo secondo ho sentenziato: il problema non è il fumetto, ma il materiale umano che ci gira intorno. Diciamolo una volta per tutte: l’ignoranza dilaga. Gente che, tanto per intenderci, probabilmente mette il cacio sugli spaghetti alle vongole e vorrebbe piazzare chissà quale altra schifezza qua e la.
E così, mentre su qualche forum “storico” da tempo sono approdati personaggi che riempiono gli spazi di fuffa e su YouTube impazzano gli urlatori, gli sproloquiatori e perfino chi “bestemmia” per fare visualizzazioni, tocca rimpiangere quelle vecchie pagine dedicate a Tex con quasi centomila iscritti … e non perché fossero perfette, tutt’altro, ma perché, rispetto a certe nuove “creazioni”, oggi sembrano quasi dei cenacoli culturali.
Prendiamo atto che gli utenti preparati, quelli che una volta animavano le discussioni con competenza e passione, sembrano essersi ritirati in silenzio. E cazzo, non è cinquant’anni fa che sul forum di “Collezionismo Fumetti” si discuteva davvero di fumetti: dalle origini negli anni ’30 fino alle pubblicazioni contemporanee. Era solo poco più di quindici anni fa. Un tempo in cui si parlava di autori, di edizioni, di carta e di stampa; in cui si confrontavano le differenze tra una tiratura e l’altra, o si riscoprivano piccoli gioielli dimenticati.
C’era chi portava conoscenza, chi esperienza diretta, chi semplicemente voglia di capire. Le discussioni erano animate, a volte accese, ma quasi sempre costruttive. Oggi invece, se osi parlare di un autore o di una copertina con un minimo di competenza, o vieni guardato come un alieno oppure non vieni neppure cagato. Devo dire che anche il forumista “presunto serio”, quello sbarcato di recente sui forum, spesso non è meglio degli altri. Lo vedi saltellare da un gruppo all’altro, convinto di portare chissà quale verità rivelata, ma in realtà mosso solo dall’urgenza di farsi notare. Quando non ha di meglio da fare, viene a rompere i coglioni a chiunque stia cercando di parlare seriamente di fumetti. Insomma, marca il territorio come un cane in calore, spisciazzando a destra e a manca con la sua “cultura del cazzo”, fatta di mezze letture, sentenze assolute e un ego grande come due chiappe boteriane. A quel punto, molto meglio quello che almeno è sincero… quello che dice di amare Tex fin da bambino e poi ti chiede, candidamente, come si chiama la sposa di Tex.
Molto meglio, davvero. Perché almeno non finge. Non deve dimostrare niente, e nella sua ingenuità conserva ancora un po’ di quella curiosità vera che faceva grande il lettore di fumetti.
Boh, alla fine è come se il senso della passione si fosse perso per strada, sostituito dal rumore di fondo. Una sorta discarica di opinioni urlate, meme riciclati e frasi fatte.
Però il fumetto c’è ancora: resiste, pubblicato, ristampato, collezionato, ma l’amore attorno a lui sembra evaporato