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Eustorgio La Talpa [06/10/2025]

L’interpretazione? ma mi faccia il piacere!

Quante volte abbiamo letto che il disegnatore chiamato a lavorare su un personaggio seriale debba essere rispettato nella sua interpretazione stilistica? È un principio sacrosanto, almeno in teoria.
Prendiamo ad esempio Ken Parker: quando Giorgio Trevisan lo disegnò, il protagonista assunse un aspetto molto diverso da quello originariamente tratteggiato dal suo creatore, Ivo Milazzo. Eppure, quella versione fu accolta con affetto e curiosità dai lettori.

Naturalmente, non sempre le cose vanno così lisce: a volte il pubblico si divide. È il caso del Tex di Erio Nicolò, amatissimo da molti e allo stesso tempo contestato da altri. O il Tex di Roberto Diso. La verità è che ogni disegnatore possiede un proprio linguaggio visivo, e spetta all’editore valutare se quello stile sia adatto o meno a un certo personaggio. Se la scelta si rivela sbagliata, la responsabilità non è mai del disegnatore, ma di chi l’ha voluto a bordo.
Per assurdo, se Sergio Bonelli, in un momento di follia, avesse deciso di affidare Tex al mitico trio EsseGesse, il prevedibile disastro grafico non sarebbe certo stato imputabile a loro: semplicemente, non erano fatti per quel personaggio.

Esiste però un settore della critica - quella che di critica autentica ne sa quanto Bezos di fame nel mondo - pronto a giustificare ogni decisione editoriale, a posteriori, come un esperimento creativo da accettare senza riserve. Così, si elogiano Zaniboni o Magnus per le loro personali visioni di Tex, ma con lo stesso metro bisognerebbe allora giudicare anche Sergio Toppi, illustratore di fama internazionale, quando, cimentandosi con Julia, non sempre riesce a coglierne l’essenza.
La “pezza” con cui è stata corretta la vignetta che mostriamo qui è, francamente, imbarazzante. E con quella altre “pezze”. Forse che Toppi non interpreta?

A questo punto, la domanda è inevitabile: qual è il limite oltre il quale l’interpretazione personale diventa snaturamento? Fino a che punto un personaggio creato graficamente da altri può essere riletto senza tradirne l’identità? Forse non importa se Julia deve ricordare Audrey Hepburn o Ken Parker Robert Redford, ma un confine sottile, invisibile ma reale ,a questo punto esiste. E con chi? Con Sergio Toppi? Per dirla alla Totò: ma mi faccia il piacere!