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Autori di Tex

Francesco Bosco [30/09/2025]

30 settembre: viva Galep!

Oggi è il 30 settembre. Una data che ogni texiano autentico ha scolpita nella memoria, senza bisogno di ulteriori spiegazioni.

In un giorno come questo, il mio pensiero e il mio riconoscimento vanno a un solo nome: Aurelio Galleppini, in arte Galep. Troppo spesso accusato da lettori “modernisti” e perfino da qualche collega illustre di aver disegnato un West “da pistole ad acqua”, di aver vestito gli indiani in modo improbabile, di aver creato ambientazioni più pittoresche che storicamente attendibili.

Senza tornare per l’ennesima volta sul “contesto fumettistico” dell’epoca (sarebbe fin troppo ovvio), vorrei spostare l’attenzione su un altro punto, ponendo una semplice domanda:
Se al posto di Galep ci fosse stato un disegnatore rigorosamente filologico, attento a riprodurre fedelmente abiti nativi, armi dell’epoca, saloon in mattoni e ogni minimo dettaglio storico… siamo davvero sicuri che Tex sarebbe riuscito a sopravvivere?

La risposta è semplice: assolutamente no.

A prescindere dai giudizi sommari espressi negli anni sul suo lavoro - c’è perfino chi, sui social, ha scritto che oggi a Galep “non affiderebbero neanche i disegni delle istruzioni Ikea” - la verità è che Tex avrebbe potuto continuare a vivere soltanto grazie a disegnatori come Galep o Uggeri: artisti di talento che avevano ben chiaro di dover produrre le strisce “a peso”, garantendo ritmo e continuità editoriale.

Per fortuna è andata così. Per quanto io possa amare autori raffinatissimi come Caprioli o Benvenuti, è evidente che non avrebbero retto quei ritmi. Figuriamoci, poi, i disegnatori più recenti: nomi come Milazzo o Zaniboni, o i tanto osannati artisti odierni, per i quali realizzare le 244 pagine di un Texone significherebbe affrontare la salita dello Zoncolan con una bicicletta da passeggio.

Viva Galep, dunque. Senza di lui, probabilmente, oggi non staremmo nemmeno qui a celebrare questa data.