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Francesco Bosco [27/07/2025]
Era da tanto tempo, forse addirittura anni, che tenevo d’occhio quel numero 38. Passava di tanto in tanto in asta: bello, anzi, molto bello. Eppure restava lì, invenduto. Strano, pensavo. Con i prezzi che girano oggi, un 38 così – spillato, quindi in primissima edizione – a 111 euro non è facile da trovare. Se non ricordo male, tempo prima lo avevo visto proposto anche a una cifra leggermente più alta, forse intorno ai 150 euro, ma comunque sempre accessibile.
Alla fine, l’altro giorno mi sono deciso a prenderlo. Un amico stava facendo acquisti e l’ho incaricato di prenderlo per me. Anzi, di prenderli: oltre al 38, c’era anche un numero 29 in asta, dallo stesso venditore. Occasione ghiotta, due piccioni con una fava.
Quando sono arrivati gli albi – ben descritti dal venditore come “mai aperti, da magazzino, con dorsi scuriti e nella variante sottile”, ho avuto la conferma di quello che ormai penso da tempo: il collezionismo, quello vero, è andato a farsi fottere.
Oggi sono tutti ossessionati dalla costola bianca perfettamente centrata, dagli albi che sembrano piastrelle, senza una piega, immacolati come appena usciti da una stampatrice del 2025. Feticismo puro. Il Tex-Gourmet, ormai!
E invece, se avessi una teca in un museo dedicato al fumetto, non ci metterei mai un albo che sembra uscito ieri. Preferirei di gran lunga esporre un numero che parla del suo tempo: con le sue fioriture da magazzino, la carta un po’ impolverata ai bordi, i segni di una lunga attesa in edicola o in uno scaffale del 1963. Il mio n. 38 è così, e a me emoziona proprio per questo.
È il tempo, quando agisce con naturalezza sulla carta, che mi colpisce al cuore. Non certo la perfezione artificiale di un albo magari anche sbiancato a dovere da qualche professionista del settore.
Sì, lo ammetto: anch’io possiedo albi “bianchi”, lucidi, finti. Ma non li ho cercati, mi sono semplicemente capitati. E li ho tenuti, consapevole che in una futura rivendita dovrò fare i conti con le regole del mercato: albo bianco = maggiore appetibilità. Punto.
Per la cronaca, ho recentemente venduto alcuni miei Tex “non censurati”, in versione gourmet, ed è bastato un attimo: sono spariti subito. Ma quelli che mi emozionano, quelli veri, li ho tenuti con me. E da oggi in poi, credo che continuerò a cercare solo questo: l’emozione.