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Francesco Bosco [12/01/2024]

Solo texiano

È doloroso avere un sito di Tex quando poi sei bollato come un competente si, ma che non si occupa d’altro! È come quando al cinema fai il ruolo di Pierino e la gente ti riconosce solo per quello. In pratica risulti una figura immutabile. 

Qualche giorno fa un amico di forum che ho sentito al telefono, è rimasto sorpreso nell’apprendere che nelle mie collezioni vi fossero Disney, anteguerra, erotici, neri, fumetto tradotto francese, belga, statunitense, inglese, spagnolo, argentino, eccetera, e che le mie prime letture, legate peraltro al periodo della seconda metà degli anni ’60, sono state Topolino f.to libretto, le collane di guerra di Dardo e Corno (Super Eroica, Collana Eroica, Guerra d’Eroi, che stampavano con grande successo materiale Fleetway e Amalgamate Press), o di Bianconi (Submarine, U.S. Army, Raf, Pattuglia X, Jaguar, U.S. Navy, ecc… con materiale di produzione prevalentemente nostrana) e non Tex. Ebbene si, prima di Tex esistevo, non ero Pierino, ma un ragazzino a cui piacevano personaggi come Kalì ed Erik (sempre di Bianconi), che aveva un debole per i fratelli Missaglia, Ennio ai testi e Vladimiro ai disegni, autori di U.S. Army, Submarine e Kalì, e per lo Studio Arias, di Victor Hugo Arias (uno che poteva fare Zagor alla grandissima), che illustrava le avventure del capitano Forrest e il fido Harper ai comandi delle loro Tigri Volanti. Anche se il primissimo fumetto di guerra che lessi fu in verità un Super Eroica del 1966, tra l’altro senza le copertine e qualche pagina, il cui episodio iniziale “le furie di Finlay”, era disegnato da Ferdinando Tacconi. 

Erano i tempi in cui andava per la maggiore il fumetto erotico e, naturalmente, i neri. Isabella, il cui esordio editoriale è del 1966, era la testata più popolare assieme a Vartan, che io però neanche sfogliavo, infatti più avanti gli preferii la più “spinta” Jacula e, in seguito, Zora la vampira, Lucifera, Biancaneve e serie come Oltretomba e Terror. 

È in mezzo a tutto questo bailamme che mi capitò, solo nel 1970, di leggere Zagor… e poi Tex che divenne la mia passione principale. Niente Miki e Blek. Mai nemmeno un Kriminal o un Alan Ford. Qualche Diabolik, ma una decina al massimo. Scartavo i western tipo Sartana, Geronimo, eccetera. Della Cenisio guardavo il Tarzan di Joe Kubert, una delle cose più straordinarie, per me, in fatto di disegni. Nel 1972 i primi albi della Storia del West, Corto Maltese, e nel 1977 Ken Parker. Tex, il mio preferito, passa però in seconda linea quando di Zagor escono storie come quelle col “Vampiro”, “Capitan Serpente”, "Indian Circus“, “Odissea Americana”, “La marcia della disperazione”, quest’ultimo un capolavoro che solo da poco ho scoperto, con grande sorpresa, rientrare al decimo posto nella personale top-ten di Guido Nolitta. Siamo tra il 1972 e il 1976, e le storie di Zagor, firmate da Ferri e Nolitta, fino a “Tigre”, sono dei veri e propri capolavori. Per Tex invece, le annate 1974, 1975 e 1976, nonostante “la notte degli assassini” e poco altro, non ripetono il miracolo di scrittura e di disegni né del 1972 né del 1973. Si, con Ken Parker trovo ancora una volta un fumetto che aspetto in edicola più di Tex, soprattutto una volta scavalcate le prime due storie, “Lungo Fucile” e “Mine Town”, a mio avviso non male ma un po’ deboli rispetto a meraviglie come “I gentiluomini”, “Omicidio a Washington”, “Chemako” e al ciclo che va dalla caccia alla balena fino al popolo degli uomini, roba che segna la storia del fumetto. Purtroppo, lo standard qualitativo della creatura di Berardi e Milazzo va pian piano ad affievolirsi, tra l’altro con un successo di pubblico che non arriverà mai. Certamente far disegnare Lungo Fucile ad autori non adatti (vedi S. Tarquinio o R. Polese) non aiutò, ma tant’è… oggi ci teniamo stretto quel breve ma straordinario viaggio del personaggio, una delle migliori cose mai realizzate nel fumetto italiano. 

Insomma, sono in molti a credere che io sia un texiano e nulla più; un Pierino che non conosce Magnus, Scarpa, Micheluzzi, Jacovitti, De Luca, o che non apprezza Gottfredson, Moebius, Eisner, Barks, Wood, Quitely, McFarlane ed altri. Io, invece, apprezzo eccome! E adoro Pazienza, Tamburini (un genio per me), Raymond, Cavazzano, Giraud, Toth, Pratt, Benvenuti, Kubert, Foster, Sickles, Williamson e illustratori come Wyeth, McCarthy, Briggs, La Gatta,  Frazetta, Lovell, Künstler, Saunders, Molino, Beltrame, McGinnis e mille altri. Ho aiutato a stilare cronologie grafiche, per amici che me lo hanno chiesto, di erotici e neri. Ho studiato (ed imparato ad apprezzare) i pittori di cinema, da Ciriello a Casaro, da Gasparri a Cesselon, a decine di altri, non confondo Taglienti con Biffignandi o Molino con Bertoletti, ma alla fine sono solo il Pierino di Baci e Spari. Purtroppo, come me tanti Pierino, a cui i rappresentanti della nuova intellighenzia, ossia quegli idioti che identificano i Texiani come gente che, cito “non capisce un cazzo di fumetto”,  rompono tutti i giorni… poi tu a questi gran coglioni gli nomini Mario Tempesti, Antonio Rubino o Gino Boccasile e loro corrono ad aprire google.