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La redazione [07/09/2021]

Questione di tariffa

Al contrario di quello che si pensa, modelle e modelli americani avevano una tariffa non indifferente e, considerando che all’artista della cover andavano circa 200 dollari, bisognava prestare molta attenzione ad assumere. Inizialmente, infatti, i modelli posavano tutto il tempo che serviva per una bozza: era un tempo lungo, come si può ben immaginare. Poi, con l’avvento della fotografia e dei proiettori, fu tutto più facile. Rudy Nappi, uno dei massimi illustratori della cover-book americana, fu tra i primi a usare la macchina fotografica in sostituzione della costosa posa e di ciò informò l’amico e collega Bruce Minney, che fu istruito dallo stesso Nappi sullo sviluppo delle immagini. La cosa era uscita fuori in seguito alle lamentele di Minney sulla parcella sempre più costosa da pagare a Robert Scott, uno dei modelli più famosi preferiti da Minney. Ma non era certo solo Robert Scott ad aver contribuito all’aumento del cachet dei modelli: le donne, ad eccezione di Shere Hite, avevano sensibilmente alzato le loro pretese per il lavoro “ordinario” mentre pretendevano compensi differenziati in caso di pose di nudo. Lisa Karan (la favorita di Norm Eastman), da gran professionista quale era, faceva differenze tra nudo e ordinario e finì per essere una tra le più gettonate assieme a Eva Lynd e Sheba Britt. Shere Hite, che fu una modella prima di diventare famosa per aver scritto libri sulla sessualità femminile e maschile, non faceva differenze, come abbiamo detto, tra casto e nudo.

La Hite era arrivata al femminismo per vie traverse. Studentessa a Columbia, per pagarsi da vivere aveva posato nuda per una pubblicità Olivetti. Era rimasta poi orripilata dalla didascalia apposta a corredo dello spot: “The typewriter that’s so smart that she doesn’t have to be”… “questa macchina da scrivere è così intelligente che lei non deve esserlo”. Ha posato per molti artisti, ma era la musa di Robert McGinnis. Verso la metà del ventesimo secolo, McGinnis era al top della notorietà e uno dei principali illustratori della nazione: la sua galleria di agili sirene dalle gambe lunghe, maturamente sessualizzate e a malapena vestite, adornavano innumerevoli paperback polizieschi, noir e locandine cinematografiche, da dieci centesimi. La Hite si è spenta a settembre dello scorso anno, all’età di 77 anni.

Modelle e modelli spariscono letteralmente con l’avvento della cover fotografica; dal 1967, circa, le riviste dedicate ai soli maschi adulti iniziano a pubblicare foto di procaci ragazze, inizialmente leggermente svestite poi completamente nude. Tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, alcune di queste testate proporranno audaci copertine sexy con interni palesemente hard. Il modello d’importazione trovò seguito anche in Italia, seppur con qualche anno di ritardo.