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Francesco Bosco [31/08/2021]

"Cari amici..."

Non ho mai avuto particolare attrazione per Kriminal o Satanik, ma mai, nemmeno quando avevo 10 anni, ho usato parole di disprezzo nei confronti di personaggi che non amavo, figuriamoci ora. A tal proposito mi viene in mente un episodio che accadde negli anni ’80. Acquistavo Orient Express, una rivista che accoglieva molti autori di grido come Giardino, Milazzo e Berardi, Tacconi, D’Antonio, Brandoli, ecc... e ricordo che al suo interno si ospitava una rubrica di posta in cui si poteva lasciare a ruota libera un proprio commento (naturalmente all’epoca dovevi armarti di busta e francobollo per farlo). Dopo qualche mese dalla sua pubblicazione decisi di dire la mia, così presi un foglio e iniziai a scrivere ciò che in realtà mi stava facendo incazzare da un po’ di tempo, e cioè la cattiveria con cui certa gente si esprimeva nei confronti degli autori che pubblicavano i loro lavori sulla rivista. In particolare mi pare che fosse Anna Brandoli quella più bersagliata, ma sicuramente non solo lei. Scrissi una paginetta che aveva un titolo "Cari amici postaroli", la misi nella busta e la spedii alla redazione del giornale. Passò, credo, un mese, forse due, acquistai Orient in edicola per gustarmelo come al solito e anche per vedere se avevano pubblicato quella mia lettera nella rubrica della posta. Niente, evidentemente quello che avevo scritto o non era interessante oppure quella busta si era persa in mezzo al mucchio della posta che arrivava. Lasciai la rivista sul tavolo del soggiorno di mia suocera (vivevo da lei con sua figlia) e me ne andai alla scuola di musica. Quando ritornai, la mia ragazza sorridendo mi disse che avrei dovuto informarla che avrei scritto un editoriale per Orient Express firmandolo con il suo nome. Rimasi sbigottito. Così mi fece vedere che il direttore Luigi Bernardi aveva usato quella roba che avevo scritto per farci l’editoriale al posto del suo consueto pezzo. E naturalmente era firmato Rita Di Casola (la mia fidanzata). Insomma, ora andarlo a recuperare quel numero mi comporterebbe un mucchio di fatica, chissà in quale scatolone ho messo la raccolta degli Orient Express, ma in sostanza era un atto di accusa verso tutti coloro che disprezzavano, usando termini esplicitamente offensivi, gli autori di quella rivista.

Episodio sulla terra: Al Palatino di Roma (una piccola mostra mercato che si svolgeva ogni prima domenica del mese fino a qualche anno fa) uno arrivò a dire che Leone Frollo non sapeva disegnare e che non gli piaceva nemmeno il grande illustratore Averardo Ciriello. Meno male che lo disse solo a me e che io, per pietà, non diffusi la notizia in sala. No, non si trattava di un turista di passaggio ma di uno che di fumetto sapeva. Ora, resta da stabilire se "Leone Frollo non sa disegnare" è da mettere nella categoria de gustibus, oppure se chi spara queste cazzate è da radiare seduta stante dall’albo degli intenditori di fumetto. Opto per la seconda, e lasciatemi dire che ’sta storia del de gustibus ha letteralmente frantumato i chitarrini, almeno al sottoscritto.