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Francesco Bosco [09/01/2018]

BIM BUM BANG!!!

Non trovavo mai occasione di farlo, ma ora è giunto il momento di vuotare il sacco!

Ebbene si, non ho mai amato le sparatorie nei fumetti, né su Tex né su altri. Così come non ha mai amato gli inseguimenti d’auto nei film d’azione (alla Bourne, per intenderci), le scazzottate infinite alla Trinità, le orde di digrignanti mostri alieni che attaccano, ecc…

Ricordo che quando uscì “Il ritorno di Montales”, rimasi deluso proprio da quella infinita sequenza di sparatorie infilate dentro dal Bonelli che ancora oggi, quando rivedo, non mi scalda per niente il cuore.

“Leggere un western senza sparatorie è come mangiare la pasta insipida” si potrebbe obiettare. Forse, peccato che io non abbia mai considerato Tex un western a tutto tondo, anzi l’ho sempre contemplato e commentato come un contenitore di multi-avventure su un palcoscenico a sfondo western. E alle sparatorie classiche ho sempre preferito quelle con i mostri dell’abisso, con gli Hualpai, quelle al Pueblo… mai quelle tipicamente western! Lasciarsi prendere la mano delle centinaia di possibilità di “regolazione” del personaggio è sicuramente un ottimo rimedio ai “dolori” della solita sparatoria.

Sparatorie? Ma per carità. Prendete, ad esempio, l’origlione di Winnipeg pescato nel vicolo da Tiger e portato nell’ufficio del colonnello dove si becca la celeberrima spazzolata da Tex (Sulle piste del nord), beh… a parte i pugni devastanti resi dall’arte di Ticci, la vera forza della scena è la conduzione dei dialoghi: “Santissimo Iddio!” fa il colonnello “Coraggio, è tutto per il bene della giustizia!” gli ribatte Carson… e intanto Tex continua a pestare l’origlione nella stanza accanto. Più “bang bang” di questi si muore. Eccole le vere sparatorie di Tex: i dialoghi.

E se sparatoria deve essere, che almeno lo sia alla Gilas: “bang-bang” e parta l’avventura.