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Altri fumetti

Emanuele Mosca [24/12/2017]

50 ANNI DI STORIA DEL (E DAL) WEST

Non considero il campo dei fumetti un campo artistico. È una produzione di cose, letteratura di intrattenimento, e questo è il lato che mi interessa di più. Non sottovaluto affatto il fatto di essere considerato un autore popolare, diciamo popolare di qualità

(Gino D’Antonio – Intervista per il sito Ink)

C’era un vecchio saggio, probabilmente un ubriacone, che sosteneva un’ipotesi strampalata sulla vita. Questo saggio ipotizzava che viviamo in una sorta di tempo continuo in cui fatti ed eventi si ripetono ciclicamente. Comprese le ricorrenze dunque, che si ripercorrono inesorabili con il trascorrere degli anni: anniversari, celebrazioni, reunion si sprecano. Nell’arte si celebra sempre l’evento speciale che serve per commemorare, o meglio, ricordare particolari situazioni, e i cinquant’anni di Storia del West meritano senz’altro un cenno qui su Baci e Spari.

Perché parlare di Gino D’Antonio è per me doveroso: lui è una delle “anomalie” del fumetto italiano, tanto bravo quanto inimitabile, tanto incisivo quanto mai troppo lodato. La sua opera western più celebre, nel 2017, ha raggiunto il prestigioso traguardo dei cinquant’anni: un risultato incredibile che mi consente di parlarne. E con immutato piacere.

D’altronde, la collana Rodeo (che ospitò le gesta della famiglia MacDonald), non fu una formula insolita per la stessa Bonelli, ma si trovò a ospitare la consueta sfilza di personaggio del vecchio GLB insieme a materiale inedito. Inedito come i 73 volumi dedicati a Storia del West (poi ampliati a 75 nelle successive edizioni) che meritano il posto d’onore in qualsiasi biblioteca fumettistica.

D’Antonio ha il pregio di aver creato una serie con uomini veri che sembrano leggendari, e leggende del west viste come uomini veri; un esperimento inedito, una grande prova narrativa. Quello che ho sempre trovato incisivo nell’autore di Storia del West sono i dialoghi - scoppiettanti, tesi, mai banali - e la gestione dei personaggi. Insieme alla famigerata famiglia MacDonald infatti si uniscono figure che hanno creato l’epopea stessa del west: dal vero Kit Carson al malinconico e spavaldo Wild Bill Hickock, dal saggio Toro Seduto al vanaglorioso George Armstrong Custer. Realtà, fantasia e biografie mescolate con piglio d’autore.

Rileggendo i volumi di questa mitica serie mi accorgo di quanto essa sia stata importante nella mia formazione culturale e di lettore di fumetti. D’Antonio è stato sin da subito un fuoriclasse, diciamocelo: dai quei lontani anni Cinquanta disegnò serie “audaci” come El Kid e I Tre Bill ma anche classici come Pecos Bill, per poi diventare dapprima una colonna della Bonelli, con Storia del West, Bella & Bronco, diversi memorabili volumi di Un Uomo Un’Avventura e alcuni meravigliosi episodi di Nick Raider, per poi confermarsi anche sulle pagine de Il Giornalino, dove ebbe modo di confrontarsi con i generi narrativi più variegati. E fu anche un brillante copertinista e illustratore, questo è doveroso ricordarlo.

Milanese doc, D’Antonio fu un intraprendente: nel 1953 decise, di sua iniziativa, di sceneggiare Il fortino sull’Huron, lui che doveva occuparsi solo del disegno, e il risultato fu eccellente. Perché nella vita, come con le donne, bisogna fare sempre il primo passo. E di passi l’autore di Storia del West ne ha fatti tanti, plasmando una generazioni di autori, a cominciare da un certo Mauro Boselli.

Cinquant’anni, dunque, di grandi avventure, di titoli come Red River, La costa lunga, Sentieri selvaggi, L’uomo della frontiera, Giorno di gloria, Verso l’Ignoto… titoli che hanno segnato il genere western e un certo tipo di fumetto senza divenire mai didascalico, petulante, storico nell’accezione negativa del termine. D’Antonio, prima di morire, ha avuto il tempo di realizzare le sue due ultime storie: un albo gigante di Tex dedicato agli affascinanti Seminoles e un’avventura speciale con protagonisti un gruppo di scalcinati cowboy disegnata dal compianto Renzo Calegari. E, a proposito di ricorrenze, nel 2017 oltre a celebrare i cinquant’anni di Storia del West il Nostro avrebbe festeggiato anche i settant’anni di carriera: D’Antonio debuttò, infatti, nel 1947 con Jess Dakota. E ancora: questo articolo giunge esattamente a undici anni esatti dalla sua morte, avvenuta il 24 dicembre del 2006. Un giorno triste per gli appassionati di fumetti.

In conclusione di anniversari ce n’è a iosa ma nel mondo del comics, come in quello del cinema, spesso si dimenticano gli artisti importanti. E in tempi di ricorrenze, con il nostro Tex che si prepara a celebrare il settantennale nel 2018, poco importa dunque quello che il vecchio saggio diceva sui cicli della vita. 

Ripeto: doveva trattarsi di un ubriacone.