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Francesco Bosco [16/02/2013]

Stile & stile

C’è chi la ricetta sembra averla sempre in tasca a c’è chi, come il sottoscritto, pensa che la ricetta per una recensione ai disegni di una storia a fumetti sia un compito arduo . Ad esempio, interpretare il lavoro di Stefano Andreucci per Salt River è difficile, specie se ci si prende la briga di dire che la grafica della storia appare in diversi stili di esecuzione… cosa che a mio avviso traspare in maniera, magari non troppo vistosa per molti, nell’arco dell’intero story-telling cucinato da Andreucci.

Sul primo albo si è avuta l’impressione di un disegno inizialmente fluido, poi pian piano passato ad uno marcatamente più personale, soprattutto nelle ultime trenta pagine.

Nel secondo albo, lo stacco è palese e si va da un disegno di classe, più realista e abilmente impiastricciato col graffio di un pennello a doppia punta –o da un doppio segno voluto- che “allontana” Tex dai suoi sapori più classici (ecchisenefrega, dirà qualcuno –ma chissenefrega dei “qualcuno”, aggiungo io-) fino all’Andreucci che si esprime al meglio con tavole che scorrono come un fiume in piena, dominate da prospettive, tagli di vignetta e dinamiche davvero di buonissima qualità. È il disegnatore che preferiamo, quello della stretta finale del secondo albo.

In Tex, purtroppo, i segni “cinematografici” o iperrealisti non ci stanno troppo bene (si vedano anche alcune vignette di Galep che ogni tanto comparivano nelle strisce e che mettevano a soqquadro tutti i riferimenti visivi del lettore), e ne è un esempio J. Blasco, verso il quale nutriamo affetto e “comprensione”, ma che poteva risparmiarci tutta quella buia cinematografia.

Sono rari i casi  nei quali le tavole di un disegnatore assumono una “forma diversa” man mano che l’albo va avanti: ricordo una storia di G. Ticci nella quale i visi dei personaggi si allungarono col progredire dei disegni… e ricordo anche una storia di C Villa che iniziava con lo sporchissimo tratto alla Milazzo per poi passare ad un segno più elegante e … texiano (L’uomo senza passato).