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Marco Ferretti [13/02/2013]

SALT RIVER

Non entro con l’intenzione di uccidere questa storia, tuttavia mi preme dire che vi sono due passaggi finali che ho mal digerito e che sono da considerasi, per chi scrive, delle pecche. Ad esempio, sarebbe stato opportuno concludere la sceneggiatura, riuscita da tutti i punti di vista, evitando di ribaltare i dei due characters principali, Jack Curtiss e Sarah Wyatt, fino a quel momento ben gestiti, al punto da non portare a nessun indizio per un finale dove i due si ritrovano ad essere delle impalpabili mezze figure.  E come seconda nota, a conseguenza della prima, Jack avrebbe potuto anche salvarsi ed essere sbattuto in cella come succede per Sarah, accumulando così frammenti per una seconda memorabile puntata con i Curtis protagonisti. 

Non so perché, ma questo rapporto tra Jack Curtis e Sarah Wyatt, mi ricorda, nella sua essenza, Steve Dickart e sua sorellla Lily. Certo, sarebbe meglio tenere per se questo genere di impressioni, ma, se l’erba è verde e il cielo azzurro, chi può negare che la relazione criminosa che “unisce” le due coppie, dove le nefandezze dell’uomo sono coperte dagli inganni della donna, siano dissimili: Steve Dickart, alias Mefisto, è dedito ad azioni delittuose mentre sua sorella Lily inganna i soldati carpendo loro importanti  informazioni, laddove i protagonisti di Salt River usano la stessa strategia.

In Salt River, però, c’è di mezzo il figlio di Tex, l’anello inviolabile dell’intero serial a fumetti, il quale “perde” la testa per Sarah, e non l’innamorato tenente Roller che si può far fuori in quattro e quattr’otto. Così tutti quegli elogi che la dottoressa nelle prime duecento e passa pagine del racconto meritava sul serio, finiscono per addensarsi su uno strampalato Kit Willer, il vero e unico protagonista della ottima storia messa su da Boselli. Insomma, al bivio, Boselli ha preferito non concedere al lettore almeno il beneficio del “dubbio”; punendo/salvando Sarah con il massimo della severità e riabilitando in fretta e furia il bastonatissimo figlio di Tex.

Saremmo stati di fronte ad una storia (senza Tex) tra le più riuscite degli ultimi tempi ed invece così non è. C’è mancato solo un pelo, però.