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Francesco Bosco [20/01/2013]

PAOLO MORALES CI LASCIA

Paolo non c’è più. Se ne va a 56 anni  e non è la cosa giusta che il destino doveva riservargli, se mai esista un destino con le “cose giuste”. 

Che posso dire? Posso solo raccontare di lui attraverso due piccoli episodi che me l’hanno fatto incrociare nella vita. Eccoli.

L’avevo conosciuto tantissimi anni fa in un incasinato locale di tendenza della Trastevere Vecchia mentre suonava la batteria nell’orchestra del mio amico Mauro Andreoni. Ricordo che Mauro mi aveva già parlato di questo Paolo come un disegnatore molto bravo, e mi fidavo di lui visto che nella sua band era passato qualche tempo prima un altro musicista, bassista e chitarrista, che poi era diventato “qualcuno” nel fumetto: Franco Saudelli.

Nella calca del dopo concerto ci avevo scambiato giusto due parole ma neanche di disegno. Era uno che suonava con grande gioia, al contrario di me che mi nascondevo dietro gli ampli.

La cosa fini lì e quando, poche settimane più tardi, costituimmo una nuova band io, Mauro ed alcuni amici di Roma, il batterista non era più Paolo. Non c’erano più fumettisti nel nuovo gruppo musicale di Mauro.

Ebbi modo di sentir parlare di Paolo Morales, molto tempo dopo: appena prima di un Natale dei primi degli anni novanta. Eravamo usciti con una troupe della Rai (io come apprendista cameraman, e il mio amico Romano come aiuto-regia) per un servizio che si doveva girare a Cinecittà su Francis F. Coppola. Ebbene, poco dopo l’intervista al regista americano, venni a sapere che lo story-board del film (forse poteva essere la 3^ parte de “Il Padrino”, ma potrei anche sbagliarmi) era stato disegnato da uno che aveva un cognome spagnoleggiante ma era un italiano a tutti gli effetti. Non collegai per niente il Paolo musicista che avevo conosciuto a Trastevere al Paolo coppoliano di quel giorno, fu sempre Mauro che mi schiarì le idee dicendomi che quel batterista di alcuni anni prima aveva intrapreso ormai la carriera del fumettista con brillanti risultati, ed era lo stesso dello story-board di Coppola.

Ecco, erano questi i due episodi che volevo raccontare e di tutto ciò mi rimane quel suo bel sorriso suonerreccio di quella sera trasteverina.

In seguito lo segui con attenzione (anche se M Mystere non è mai stato il mio personaggio preferito) e lo seguii soprattutto quando iniziò a scrivere sceneggiature per le varie testate della Bonelli.

Devo dire che il tratto di Paolo Morales come disegnatore l’ho sempre gradito: graffiante e spontaneo. Ma temo che come sceneggiatore il mondo del fumetto abbia perso qualcuno di cui avrà davvero da rammaricarsi.

Purtroppo un lunga malattia ha voluto portarselo via prima del tempo… ma non impedendogli, mi dicono, di lavorare fino alla fine.

Ciao Paolo, mancherai ai tuoi cari, alla musica e al fumetto.