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Collezionismo

Francesco Bosco [12/09/2023]

Collezionismo d’assalto

Chi ricorda la storia di Rubens su Ebay? Era il mitico 2006 quando sulla storica piattaforma apparve, sotto appunto il nick “Rubens”, una incredibile fila di albi pregiati delle più disparate testate di fumetto: da Tex a Topolino, da Diabolik agli Zenit I^ serie. Il 2006 è stato senza ombra di dubbio l’anno in cui il fermento in ambito collezionistico raggiunse picchi mai più superati e dove le inserzioni su eBay si accavallavano in maniera impressionante, con venditori e compratori che spuntavano da tutte le parti. Davvero a volte non sapevi con chi avevi a che fare. Una volta mi aggiudicai una raccoltina e quando contattai il venditore mi accorsi che era un ragazzino di 17 anni che al telefono mi svelò di non capire nulla di fumetti: faceva da prestanome a un paio di mercanti (una cosa che accade anche oggi). Già, lui di fumetto non capiva nulla (come del resto gli ingaggiati di oggi che il fumetto è un po’ come la scatola della pizza che è quadrata, la pizza è rotonda e le fette sono triangolari. Conclusione; niente nella vita ha un senso), ma era furbo, molto furbo. In un’altra situazione, il mio venditore era una ragazza di Sassari di cui mi aggiudicai tre bellissimi censurati di Tex con strillo che aveva trovato in un cassetto di un vecchio comò della camera da letto del babbo. Li pagai circa 300 euro. Lei fu talmente soddisfatta della transazione che quando in un altro mobile della casa trovò i primi numeri delle raccoltine della serie “Rossa”, me li offrì fuori asta. Di situazioni simili potrei raccontarne a decine; una delle più insolite mi capitò però il giorno di Pasqua del 2006 quando nel bel mezzo del pranzo di famiglia ricevetti la telefonata di un ragazzino che voleva sapere se potevamo incontrarci per il Topo 500 con farfalla e la raccoltina n. 5 di Tex, albi di cui mi aveva chiesto informazioni qualche giorno prima. Appuntamento davanti al tribunale di piazzale Clodio, arrivarono in motorino lui e il suo amico, tutti e due non avevano più di 14 anni a testa. 150 per il Topo con farfalla nera, 200 per la raccoltina bianca (fumetti del nonno, un generale dell’arma dei carabinieri). I prezzi dell’epoca, in piena bolla speculativa, erano questi, bassi se rapportati a quelli di oggi, anche se non ti dovevi azzardare a parlare di eBay ai titolari dei banchi di Reggio, Bologna, Lucca e Genova, pena un bel vaffanculo. Altri esempi reali: Tex spillati fascia 33/43 circa 40-50€ cadauno, Zagor Zenith difficilotti come “Clark City” circa 70€, “Il Fante di Picche” circa 40€, “Gli Sciacalli della Foresta”, all’epoca considerato chissà perché un pezzo chiave, circa 150€ (in fiera 200€), “La Foresta in Fiamme” della Rodeo, anche questo pezzo chiave di allora, circa 100€ (in fiera 200€). Parliamo di albi in condizioni eccellenti, naturalmente. Ma, rimanendo a Tex, non posso proprio dimenticare quel bel numero 1 NC Leggete che mi aggiudicai in asta a 550 euro (prezzo in fiera, 1800€), stessa cifra per “Caccia ai Banditi” della 1-29 (cifra all’epoca esagerata, visto che il facile “Nel Covo di Mefisto” te lo tiravano dietro per 250 euro). Pur considerando la radicale trasformazione del mercato, da allora ad oggi, dove l’ottimo è ormai morto e regna incontrastato il pezzo da magazzino che tanto piace ai collezionisti affetti da vanagloria e, considerando anche la parallela crisi del fumetto d’antiquariato, fare oggi una collezione di Tex prevede esborsi che rapportati a quindici anni fa sono triplicati. Giustamente qualcuno si chiede: ma come, c’è crisi, Ebay è quasi defunta, le fiere non sono più quelle di un tempo, e i prezzi sono saliti? Sì, i prezzi sono saliti, i collezionisti hanno spostato il loro interesse verso gli albi da “edicola-magazzino”, dividendo il mercato in due: quelli con gli sghei e quelli senza sghei. Un po’ lo specchio della società attuale che sega le masse popolari (e tra un po’ toccherà a quelle medie) e favorisce chi di certo non ha problemi in termini di disponibilità economiche. Naturalmente c’è chi, pur non disponendo di molte finanze, riesce con ingegno a completare le sue collezioni comprando e rivendendo, ma questa è un’altra storia.

Ovviamente non tutte le serie sono salite, alcune sono scese per non dire crollate, vedi “Il Piccolo Ranger” e la “Rodeo”. Mentre, all’interno di testate che tengono sempre duro, vedi Tex, alcuni numeri hanno perso appeal, come il 68 e il 69, numeri che un tempo si vendevano molto bene.

Ma ritornando a “Rubens”, tra i suoi gioielli vi erano i ricercatissimi numeri 1 e 2 “serie 1-29” di Tex, assieme anche al 3 e al 7. Feci un’offerta di 3000 euro per il n. 2, “L’agguato”, e il giorno dopo ne feci altre per altri pezzi, compreso il n. 1 “La Tragica Notte”, ma poi quando un po’ alla volta le aste si stavano chiudendo, mi accorsi che non mi ero aggiudicando nulla: su “L’agguato” ero arrivato secondo e chi mi aveva superato lo avrei conosciuto di persona mesi dopo.

Ora, a prescindere dal fatto che tutto quel ben di Dio venduto da Rubens non arrivò mai nelle mani dei vincitori, visto che il tizio truffò tutti mettendo carta straccia nei pacchi, vi è da dire che alla fine dei giochi quel 2 serie 1-29, il pezzo più pregiato dell’intero lotto ed anche in ottime condizioni, raggiunse le quotazioni che si meritava in quel momento: tremila euro! Un prezzo “umano”, si direbbe, lo stesso dei numeri 11 e 12 di Tex con la quarta “RFW”. Ora, capire come oggi, in piena crisi di mercato, un 2 quoti 10/15000€ e come anche i nn. 11 e 12 “RFW” siano arrivati a toccare 8/10000€ per un singolo esemplare, è ai più incomprensibile. Incomprensibile però fino a un certo punto, visto che con l’avvento dei social sono cambiate di fatto platee e comunicazione, in pratica la platea di Facebook (composta da decine e decine di migliaia di utenti che nella maggior parte dei casi non ha mai sentito parlare di un albo spillato, di una censura, che ignora quotazioni e quant’altro, e a cui è stata fatta credere l’esistenza di albi mitologici, come quelli della serie 1-29, ormai la rappresentazione di una divinità in un santuario) funge da perfetto mezzo di propaganda. Prova ad inventarti che Pippo Baudo ha la serie 1-29 e dopo due secondi la notizia FB è fuori controllo… con il Pippone nazionale subito mito.

Beh, insomma, ci siamo capiti, è chiaro che non sarà mai uno della plebe a comperare il mitologico n. 2 a 10/15mila euro, ma sono proprio quelli della plebe i primi a mitizzare il numero. Magari lo prenderà lo stesso collezionista che meno di una decina di anni fa mi chiese se “L’ombra sotto il cappello” poteva essere messo in vendita a 300€, come aveva visto in un’asta, invece che 150/200€, come lui riteneva. Stiamo parlando di un Tex (n. 180 “Il Quinto Uomo”) che, perfetto, può valere al massimo una o due decine di euro. Lo compera e poi mi va a dare dello “sprovveduto” a quello che si fa propinare un’anastatica per originale.

A proposito di mitologia fumettistica: il Killer pare essere giunto a cifre considerevoli. E pensare che: 1) inizialmente non se lo filava nessuno, forse si stavano organizzando sul come far partire la speculazione; 2) la ricerca non è per niente giunta a termine, non oso immaginare il fragore se il K dovesse essere declassato ad albo “impazzito” appartenente a stampate del 1959. Guarda caso, non più di una settimana fa abbiamo scritto di disallineamenti (studi per altro precedenti alla scoperta del K) che, come volevasi dimostrare, sono stati debitamente snobbati, ma non ci stupiremmo affatto se qualcuno più in là li usasse per il solito tornaconto economico. Poi, cari pards, una collaborazione! Che ve lo dico a fare: ce ne fosse stato uno che, letti i nostri deliri… “Vero! il mio 3 NBA è disallineato” oppure “Cazzate! il mio NBA è a posto”. Viene da pensar male, accidenti: che stiano tutti col pensiero da un’altra parte? E cioè a come far fruttare 5 e 6 NBA e valorizzare il Leggete? Dai, l’amara verità è che dello studio cronologico di Tex non frega niente a nessuno e si fanno piuttosto orecchie da mercante per relativo tornaconto. Uno studio che comprovi la prima uscita di Tex in versione 1/6 Leggete? Il Killer è in fondo un po’ come il cinesino che sulla striscia originale si becca una scimitarra nella pancia, poi per qualche anno gli tirano calci in faccia e pugni nello stomaco, e poi poverino finisce di nuovo infilzato in una ristampa della ristampa. C’è/Non c’è/Aric’è. 1000€/7000€/500€.

Ah, ai “ben informati” che bazzicano eroicamente pagine social popolate da aziendalisti che si vestono da Tex, va tutto il mio sostegno morale. Come si chiedeva Woody Allen, “se l’universo si espande perché non riesco mai a trovare un parcheggio?” Killer e 1-29 a parte, semmai trovassi parcheggio dagli espansi aziendalisti, prova poi a sussurrargli in un orecchio che qualcosina dell’ultimo albo non ti è piaciuta e vedi come ti va a finire. Un “camicia gialla” che dice di leggere Tex da 50 anni, potrebbe chiederti in che albo si trova quel devastante Tex di Galep che scaglia la lancia sulla tomba di Lilith. È successo. Quello che tu pensi non accada, succede invece in un glorioso forum di Tex, dove un noto luminare della materia informa i vicini di casa che deve andare a rileggersi “Il giuramento” perché non ricorda “cose”. Devi prendere il n. 103, zio.

Ah se l’ignoranza fosse un piacere potresti passare serate meravigliose.