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Francesco Bosco [21/08/2020]

Trucchi in valigia

Amuleti, fiori, sauriani, statuine, ossidiana, pietruzze verdi, funghi e tutto quello che occorreva per mettere in arte quel Tex esoterico espresso in decenni di pubblicazione dall’accoppiata Bonelli/Letteri. La scelta dell’immagine per questo breve articolo non è casuale, dal momento che da ragazzino mi inquietò così tanto da volerla riprodurre su uno scudo di cartone che poi appendevo sull’ingresso delle capanne, per scacciare i nemici. Non funzionava. Quei bastardi leggevano Kriminal e la faccina di “morischiana” memoria gli faceva un baffo. Così al rientro dalla scuola le capanne erano sempre a terra.

La storia “El Morisco" (101-102-103), da cui arriva la faccina, è uno dei punti più alti del Tex di Bonelli e Letteri, ricordando che dal duo abbiamo avuto altri avvincenti appuntamenti esoterici come “Diablero!", “Il fiore della morte” e “Formiche rosse”, quest’ultima dal titolo un po’ fuorviante, infatti la protagonista è la gnocchissima Esmeralda che dispone di un piccolo lago che circonda un tempio di una valle nascosta, in cui nuota assieme ai suoi fidi alligatori, e che con le formiche poco ci azzecca. Una storia di “imbrogli e magie”. Un po’ come quelle del prode Mefisto che, neanche tanto velatamente, cerca sempre di fottere il prossimo traendo profitto dalle sue spettacolari trovate sceniche. E constatare che la natura del “Mefisto profittatore” disturba così tanto gli avvelenatissimi lettori dei nostri giorni, i quali non tollerano nemici che non siano in assoluto cazzutissimi, fa scattare una risata. “Senza se e senza ma! Mefisto è il male assoluto”. A me invece diverte tanto quella roba di Mefisto che ne inventa di tutti i colori per far profitto. Poi, i nemici cazzutissimi, bah. Personalmente mi guardo bene da gente come El Muerto e compagnia cantante… e mi guardo bene anche da quelle testate in cui la “statura” del protagonista principale si misura con lo spessore del nemico di turno che più è malefico (e più è disegnato a suon di ghigni) e più l’eroe ne guadagna. La gente vuol soffrire assieme al suo eroe, ne vuole uscire vincente assieme a lui… così da questi non puoi aspettarti un voto alto alla disincantata cover de “Una audace rapina”, piuttosto impazziranno per “Tramonto rosso” dove regnano morte e distruzione. Sarà, ma io preferisco essere complice smaliziato del mio “eroe” (che ai miei occhi eroe non è), e condividere con lui tutte quelle cose che dissacrano completamente ciò che è ritenuto intangibile e sacro. Il Tex caustico che fa a Carson “Toh, il vecchio pazzoide!”, riducendo a simpatica macchietta la figura di Mefisto in una sua celebre quanto bizzarra apparizione, è il Tex che preferisco. E che dire dei pensieri di Carson circa le terribili profezie di Eusebio che vedono presto biancheggiare le sue ossa e quelle del suo pard al sole della Sierra de Hueso? E chi è Fidel Romulio se non un serpente che vuole impossessarsi del favoloso tesoro del tempio, una sorta di Mefisto col sombrero ficcato in testa senza “trucchi” in valigia?

Va beh, la chiudo qui, tanto ho piazzato una pietra tombale da svariate tonnellate sul recente modo di vedere i protagonisti del fumetto, oramai devastati in ogni loro libera interpretazione grafica, oppressi da entità sovrumane, gementi, belli e dannati come certi D. Dog, spossati… ci manca solo vederli calpestati, cosa secondo me non molto lontana. Mai una gioia, poveracci!

E pensare che a me inquieta più quel cazzo di lupo che spunta sulla pista di Tex e Carson ne “La regina della notte” in fondo a pagina 94 che tutto questo fasullo ed artificioso modo di rappresentare l’antagonista. In fondo quando il nemico è grande, e perde, è solo un coglione più grande. Molto più coglione di Fidel Romulio, il conquistadores venuto dalle Grandi Acque, in arte “desperado”.