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Francesco Bosco [13/08/2018]

L’ultima vendetta

Qualche giorno fa, vedendo su Facebook le fasi di lavorazione della copertina per il settantennale di Tex, postate da Villa, mi è venuto subito in mente quale destino redazionale avrebbe avuto l’illustrazione dell’autore. Non è un mistero infatti che una certa critica (formata dai lettori e anche da qualche addetto ai lavori) lamenta già da tempo una gestione inadeguata degli originali delle cover di Villa.

Io non mi schiero, pro o contro che sia, dal momento che l’errore è, a mio avviso, a monte. Non si può più imporre sulle cover una scena ripresa dalla storia, sarebbe ora di lasciar libero il copertinista di scegliersi i soggetti che vuole e… questo 695 lo dimostra. Dei colori originali tracciati da Villa, mi importa poco. L’arte non “buca” necessariamente in quanto arte, e i colori a tinta unita di vecchia memoria, visti per decenni sul Tex di Galep, di artistico non avevano assolutamente nulla. Però bucavano. Ciò nonostante, Villa è un artista diverso da Galep e la sua dimensione di illustratore meriterebbe approcci diversi da quelli guadagnati da Galep.

Ma, ciò detto, vorrei porre l’attenzione su un fatto che mi ha colpito molto e che forse è solo mio. Questa cover, stavolta magnificamente editata dalla redazione, sembra essere un omaggio a Luigi Corteggi e in special modo al Corteggi di Satanik. Gli elementi che creano in me questa sensazione sono innanzitutto l’impostazione generale della cover (crack… mi arriva così) e poi tutta una serie di elementi che rimandano al personaggio della Corno. Che sia solo un caso è lecito pensarlo, non amo fare accostamenti soprattutto se inconsapevoli, ma voglio convincermi che nella testa di chi ha montato la cover di questo numero a colori (probabilmente la più bella copertina di Tex degli ultimi decenni, sicuramente la più bella di Villa) ci sia stato questo nobile intento, pensando appunto a Corteggi. Il titolo, ad esempio, è tipico della visione di colui che recentemente ci ha lasciati: quanti ne abbiamo visti realizzati così nelle testate della Bonelli? Con quella graffiatura sul nero compatto? Direi moltissimi! Erano il marchio di fabbrica del bravo Luigi.

Come direttore artistico Luigi Corteggi ha rappresentato il massimo in redazione Bonelli. E bene aveva fatto anche il suo predecessore, Raffaele Cormio. Ecco, uomini che hanno accompagnando il nostro cammino di lettori lavorando senza essere costantemente sotto la luce dei riflettori.

Insomma, stavolta non possiamo che congratularci con la redazione che ha partorito davvero un enorme capolavoro grafico, valorizzando l’opera pittorica di Claudio Villa.