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Documentazione

Francesco Bosco [09/01/2015]

Buon 1913!

In occasione dell’imminente uscita del volume a colori di Tex (“L’Eroe e la Leggenda”, di Paolo Eleuteri Serpieri), le cui vicende interne vedrebbero un Carson narrante  all’alba del 1913, volevamo proporvi qualcosa che purtroppo alla maggior parte dei texiani è sfuggita pur risiedendo negli albi della serie “Tre Stelle” e chiaramente, in prima battuta, sulla striscia settimanale e nei giganti di prima generazione.

Si Tratta della lettera inviata a Carlo Zermana da parte di Don Felipe H. che troviamo nell’episodio “Nel Covo Del Diablo” (albo a striscia n. 11 “prima serie”) la cui intestazione reca la data “18 Aprile 1902”. Considerando che in un episodio precedente si era vista campeggiare quella del “1898”, tutto sembrerebbe filar liscio come l’olio, ma la domanda che ci facciamo oggi è se la pubblicazione “Tex” non facesse parte di quelle “serie chiuse” (o autoconclusive) che tanto saranno in voga all’Audace negli anni a venire e che, quindi, Gianluigi Bonelli non volesse localizzare le avventure del suo personaggio proprio a cavallo tra l’ottocento e il novecento.

L’ipotesi potrebbe risultare strampalata quanto affascinante e non vi è certezza che le cose possano effettivamente essere andate così, ma tant’è! Certo, è però strano che compaiano due date che fissano il primo periodo della saga in maniera così netta. Cosa successe? è possibile che quelle date vennero in un primo momento coscientemente metabolizzate ma poi fatte fatte sparire per opportunità narrativa una volta visto il consolidamento della pubblicazione e una maggiore apertura verso un western decisamente più “inquadrato”?

In Tex il tempo non fluidifica realisticamente (non ne ha l’esigenza) e l’avventura si consuma al di fuori di ogni tema storico dando precedenza alla narrazione di fantasia tipica di quegli anni, dove il western è visto come affascinante “contesto galoppante” e, di fatto, anche in Tex, solo come sfondo.

Il “western” del primo periodo di Tex è, per la maggior parte, piuttosto vacuo:  abbondano storie con gingilli d’oro, rapitori di fanciulle, tesori, maghi truffatori, cinesi, avventure fluviali, rivoluzioni, civiltà nascoste e quant’altro… quasi più una sorta di Indiana Jones che un western classico inquadrato… poi, le vendite della striscia che non erano esorbitanti e che dunque lasciavano all’editore ampia possibilità di innovazione e/o modifiche in corso d’opera.

Ora, andremo, congruamente, secondo le direttive editoriali assunte in fase di riallineamento del personaggio iniziate nei primi anni’60, al 1913 (va dove ti porta il Serpieri), data che probabilmente GLB avrebbe percorso alla sua maniera con il SUO Tex vivo e vegeto. Ma Tex ne “L’Eroe e la Leggenda” è morto! è morto a 38 anni: già, se nell’episodio “Nel Covo Del Diablo” aveva diciamo 25 anni, nel 1913 ne dovrebbe avere solo 38 (ovviamente alludiamo a quello non censurato). E invece è morto. Viene quasi il sospetto che Pat alla guida dell’automobile sia tutto sommato una licenza in linea con la storia e che anche un’avventura in sottomarino non era da escludere.

Tranquilli, niente sottomarini e nemmeno la crisi del ’29, ma un Tex a lunga capigliatura, faccia da “indio”, nel bel mezzo della congruità storica servita con fucili a canne tagliate e vere giubbe d’epoca: eccovi allora un Tex pre-Gunny che, siamo certi, nemmeno il vecchio Gianluigi avrebbe mai permesso di “svelare”.

(Fortunatamente questa sorta di tripudio di storicità colorata si festeggia lontano dalla saga in B/N)

Ringrazio sentitamente il pard Danilo Tagliatesta