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Francesco Bosco [08/11/2013]

UN PUGNO NELLO STOMACO

Si può diventare vecchi e non accorgersi che anche i miti della giovinezza possono imbroccare la tua stessa strada: un egoismo bello e buono, quasi una cattiveria. Pretendere, da chi mi ha accompagnato lungo il sentiero della fantasia a fumetti negli ultimi trentacinque anni, la stessa verve d’allora è come voler infierire.

Chissà, forse è per questo che, abbandonato l’egoismo, non sento la necessità di affondare i miei, in questo caso, spuntati artigli verso quell’opera che, chissà perché, aspettavo con neanche troppa trepidazione.

Milazzo è Milazzo… graffierà le tavole con la consapevolezza di chi sa di essere il “migliore”,  questo mi sono detto! “Ma non farà nulla di più!”.

E invece non è andata a finire come pensavo: non è bastato il talento di colui che ho sempre ritenuto uno dei “Grandi d’Italia” per dar credito alla mia ambiziosa ed egoistica  immaginazione. Quel graffio non è arrivato e, riaffilando frettolosamente gli artigli, neanche i cento euro a chi ha prodotto l’opera. Perché poi spenderli? Per scoprire di essere un incontentabile egoista? Per scoprire che dietro la ricerca dell’”impressionismo grafico” (così si chiama oggi), vi è dell’approssimazione… o forse il “decadimento artistico”, come qualcuno ha scritto?

Non esiste il decadimento artistico, signori, esiste, semmai, il decadimento biologico di una mano che non vuole più andare, che non va di pari passo con la “visione” di chi quella mano la fa scivolare sulle tavole. Dunque, la visione c’è, la mano forse pure, ma l’opera è un disastro (Berardi escluso)!

Roma, convegno su “Massimiliano Kolbe” (cos’era? L’83?). Quel disegno che, in diretta, andava sulla lavagna luminosa dell’Aula Magna dell’Universita con il grande Galep e Berardi che assistevano sorridenti alla performance di Ivo Milazzo e le battute di Sergio Bonelli che nel frattempo rispondeva alle domande dei numerosissimi intervenuti, aveva dentro di sé un milione di aspettative… sì, un milione di aspettative ma non questa che è arrivata con “Canto di Natale”, breve storia disegnata come tante dediche fatte al volo, forse anche meno appassionata, e colorata… Beh, lasciamo perdere, non fosse stata colorata dal mio portafogli sarebbero uscite le cento euro richieste.

Ma forse no!

So long?