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Romano Val [08/06/2011]

IL LINGUAGGIO HARD-BOILED

M. Spillane scrive il suo primo romanzo nel 1947, I, the jury con Mike Hammer, ma, come tutti sanno, aveva iniziato a scrivere sceneggiature per i comic-books collaborando a testate come Captain America, Human Torch, Sub-Marines, Target, 4-Most e Blue Bolt.
Signor Spillane, trovo terribile il fatto che fra i dieci bestsellers della letteratura americana, negli ultimi cinquant’anni, sette siano vostri
Beh, siete fortunato che non ne abbia scritti tre di più
Il suo Mike Hammer “letterario” ha origine proprio dai fumetti, infatti in uno scenario di profonda recessione dei comics (fine anni ’40), Spillane, avendo bisogno di mille dollari di materiali per costruire una casa su un terreno da poco acquistato, decide di trasformare il suo Mike Danger in Mike Hammer, scrivendone, in nove giorni, un romanzo: I, the jury.
Nove giorni! Siamo ancora nel 1948, dunque, e da lì al 1953 Mickey Spillane scriverà altri sei romanzi, cinque dei quali dedicati al detective Hammer, per poi allontanarsi professionalmente dalla”letteratura” fino al 1961. Nel 1953 il ritorno ai fumetti con la striscia di M. Hammer!!
Dunque, un fumettaro prestato alla letteratura ma poi brillantemente ritornato ai fumetti.

Contemporaneamente nasce Tex Willer, un western (western?) dal linguaggio cosiddetto hard-boiled, “da duro”, distaccato: linguaggio da Spillane, si dice! Eppure quello sprezzante linguaggio era più duro nelle primissime storie del 1948, quando Spillane il vecchio Bonelli non poteva aver letto. Se ci si prendesse la briga di leggere qualcosa anche precedente a Tex, quando Spillane non c’era, forse ci si accorgerebbe che le costruzioni dei dialoghi di GLB sono gli stessi. Hard-boiled? Bonelliani? Chiamateli come vi pare, signori!