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La leggenda

Mauro Scremin [17/03/2009]

TERRITORIO APACHE

La cosa giusta

"Hai mai commesso uno sbaglio, Kit?"
"Certo! Fu la volta che mi fidanzai con una ragazza dai capelli gialli che dirigeva una pensione a Canon City, ma rimediai subito..."
Carson la butta sullo scherzo ma la domanda di Tex rivela tutto il suo dramma interiore: ha deliberatamente lasciato andare quel rinnegato di Fraser, anzi, peggio ancora, ha fomentato nel fuorilegge un feroce desiderio di vendetta nei confronti della gente di Goldena. In questa storia vengono innescati degli eventi che, come in un infernale effetto domino, sfuggono a ogni controllo. E Tex, che sembra presentire l’incombere della tragedia, deve trovare un rimedio...
Dopo tutto lui è un paladino della giustizia e come tale vuole che la legge sia rispettata. Impedisce pertanto che gli onesti cittadini di Goldena commettano un omicidio impiccando Fraser ma, obbedendo a chissà quale impulso (ferocia? sadismo?), suggerisce alla folla di infliggere comunque al baro una punizione esemplare... e se ne va al bar.
Ed è proprio parlando con il barman che il ranger si rende conto di aver agito con superficialità e arroganza e decide di correre ai ripari. Ma se la prende ancora con troppa calma. E’ ancora convinto di poter controllare gli eventi. Eppure il barman l’aveva avvisato: i bari vanno impiccati! E lo stalliere a sua volta glielo ripete: "Ai miei tempi, i bari li appendevano all’albero più vicino". Niente da fare: "Altri tempi, nonno!".
Ma la legge, non scritta, del West è un’altra. Carson, di ritorno dal Nevada, gli descrive con raccapriccio la ferocia degli allevatori del posto che, ancora prima dell’arrivo dei rangers, hanno fatto piazza pulita della banda che infestava i territori del Muddy River e con tale successo che "per quasi cento metri lungo le rive del fiume, ogni albero portava un frutto a due gambe e con il collo storto!". Lo stesso Tex dei tempi eroici [Fuorilegge, n. 3] si era guardato bene dall’impedire il linciaggio del banchiere Dunlop da parte della folla inferocita, ergendosi lui stesso a giudice accusatore di colui che viene apostrofato come "bastardo" e meritevole solo di "penzolare da un bell’albero".
Tex ha trasgredito proprio a questa legge commettendo un imperdonabile errore: un errore consistito, oltre che nell’impedire il linciaggio di Fraser, comportamento comunque del tutto coerente con il suo ruolo di uomo di legge, anche nell’arrogante pretesa di ergersi al di sopra di tutte le leggi, scritte e non. La volontà di punire Fraser facendolo deliberatamente frustare dalla folla, la presunzione di poterlo riacciuffare, la pretesa di conoscere a fondo l’animo del rinnegato... tutto questo avrà un prezzo e allora "qualcuno pagherà molto caro lo scherzo della cavalcata sotto le fruste".
Nel contemplare dall’alto della spianata il bagliore lontano dell’incendio di Goldena, Tex vedrà realizzarsi ciò che si sentiva nelle ossa: la terrificante convinzione di aver sbagliato irreparabilmente. "Ma allora - sbotta Carson a un certo punto -, in nome del buon senso, perché ti sei lasciato scappare quel figlio di mille tarantole?"

("Inferno a Robber City" e "Massacro", nn. 108-109)