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La leggenda

Mauro Scremin [20/02/2009]

L’ORMA DELLA PAURA

Un uomo nuovo

Con le sue dimissioni dal corpo dei Rangers Tex attraversa la sua crisi più grave, rinasce in lui il senso di ribellione e di rifiuto verso il sistema, sembra quasi alla ricerca dell’oblio, come se volesse essere dimenticato. Lilith è morta e sepolta lasciandogli un figlio ancora in fasce. Ormai è un disperato che prova un profondo rancore per essere stato messo ai margini da quel sistema che gli aveva dato uno scopo (combattere il crimine) ma che alla fine l’aveva brutalmente scaricato. Nella storia intitolata "La banda dei Dalton" ritroviamo infatti un Tex quasi inselvatichito che fa il vagabondo assieme al suo nuovo amico, il taciturno Tiger Jack. Deluso e amareggiato, è tuttavia incapace di rassegnarsi ad una vita monotona tra i Navajos, che nel frattempo fanno crescere suo figlio, e torna a fare il giustiziere solitario. E in questa ritrovata veste si butta a caccia della banda Dalton con un accanimento e una furia vendicatrice che non conoscono ostacoli di sorta. A Carson, che gli chiede alla fine di rientrare tra i Rangers, esclama: "Lotterò sempre in nome della legge ogni volta che ne sarà il caso ma in quanto al tornare sotto una disciplina... mai!".
Comunque, dopo svariate peripezie, lo ritroviamo a cacciare i bisonti in compagnia del suocero Freccia Rossa. Il nostro eroe sembra essersi rassegnato a condurre un’esistenza lontana dal mondo civilizzato, tra coloro che gli hanno dato una nuova famiglia. Ma il saggio capo navajo dimostra di saper leggere perfettamente nell’animo di Tex. Tex ormai da anni vive stabilmente nella riserva, ma è infelice. E qui assistiamo a un dialogo straordinario tra il nostro e Freccia Rossa (si potrebbe definire un piccolo capolavoro di indagine psicologica) nel quale il vecchio capo indiano porta alla luce i profondi sentimenti che albergano nel cuore dell’eroe: "Aquila della Notte ha l’occhio sempre acuto... solo il suo cuore è debole!". Tex fa finta di non capire ma Freccia Rossa affonda il coltello nella piaga: "Aquila della Notte non è felice perché è lontano dalle terre dove vivono i suoi fratelli visi pallidi! E il cuore di Aquila della Notte è vuoto!".
Tex ribatte che ha un figlio che lo rallegra. Al che Freccia Rossa gli fa capire che neppure suo figlio può essere così importante: "... è ancora un cucciolo di lupo e non può bastare a riempire il cuore di Aquila della Notte". E a Tex, che rimane in silenzio, ecco arrivare l’affondo finale del saggio Freccia Rossa: "Aquila della notte è un grande guerriero... il suo cuore ha ancora sete di vita da guerriero" e una vita pacifica e monotona tra i Navajos non fa per lui. Come l’aquila non può diventare colomba così nemmeno Tex "può mutarsi in pacifico cacciatore di bisonti". Parole che sembrano scolpite nella pietra…
E fatalità vuole che al ritorno dalla caccia il nostro Tex trovi Kit Carson al villaggio che lo attende per chiedergli aiuto da parte del corpo dei Rangers: Marshall ha bisogno di lui! E’ il momento tanto atteso del riscatto: alla vista della sua vecchia stella di Ranger, che Carson gli porge, svanisce ogni rancore e sospetto, "un’ondata di vecchi ricordi... sommerge il cuore dell’antico Ranger" ora di nuovo pronto a qualsiasi prova pur di far trionfare la giustizia.

("Il tranello" e "Il segno indiano", nn. 10-11)