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La leggenda

Mauro Scremin [15/10/2010]

IL TOTEM MISTERIOSO

Tex è, infine, una storia giusta che regola una valvola della nostra anima. Questo è il suo vero successo. E’ un bilancio dentro noi stessi che cerca di ristrutturarsi per poi rilanciarsi. Raccoglie e fortifica il lettore attraverso l’avventura. E’ un eroe quasi possibile: non vola, non fa magie ma se gli mollano una sberla ne restituisce due come diceva il sig. GL Bonelli. Tex c’è perché è impossibile che non ci sia!” (Michael Centenaro & Francesco Bosco, "Tex cronologia completa", 2001)

L’Uomo della Tomba

Un istante prima di morire, con le ultime forze che gli rimangono, Dente di Lupo taglia i legacci che condannavano Tex e Tesah a una lenta agonia nel tempio sotterraneo. I due sono salvi, ma in cambio lo sfortunato Piute chiede al nostro eroe di fare vendetta: “Giura a Dente di Lupo che ucciderai Coffin”. E Tex non si tira indietro: “Hai la mia parola, Dente di Lupo”. Nell’eroe l’impulso ad uccidere si coniuga con l’ansia di giustizia e il desiderio di riscatto, per questo agisce senza rimorsi o recriminazioni. Il sentiero sul quale cavalca è sempre lastricato di cadaveri: “Ho ucciso decine di uomini durante la mia sanguinosa carriera – confesserà un giorno a Montales – ma erano furfanti della peggior specie” (L’eroe del Messico). Se qualcuno viene da lui ammazzato vuol dire infatti che se lo meritava. Ed è sempre alla ricerca dell’azione nobile, del bel gesto, e si butta impavido in soccorso di chi ha bisogno d’aiuto con un’abnegazione che sfiora l’incoscienza.
Eccolo quindi che non perde un istante nel precipitarsi incontro a Tesah al Rainbow Canyon e ad affrontare i cinque uomini che la inseguono ammazzandone subito due. E neppure si aspetta pietà da chicchessia. Gli sceriffi lo braccano? Non importa. Tesah lo mette in guardia dall’andare a Calver City: “Sei un fuorilegge e Coffin ha molti amici”. Ma lui sembra infischiarsene, l’importante è tener fede alla promessa fatta al moribondo Dente di Lupo e lui è certo di poterlo vendicare ben prima che lo sceriffo abbia fatto una mossa. E poi sembra trovarsi puntualmente a un passo dalla morte ma la Dea Fortuna, quella degli audaci, veglia su di lui. Coffin gli spara a bruciapelo ma le pallottole non vanno a segno, cade nel fiume privo di sensi ma sopravvive. Sempre sul chi va là, solo il fascino della bella Tesah, quella che Coffin chiama con disprezzo “vagabonda rossa”, talmente avvenente da meritarsi la famosa “frugatina”, fa invece abbassare la guardia al nostro eroe che non sente l’avvicinarsi del pericolo.
E per lui la vendetta non è mai un piatto che si serve freddo ma che va arroventato al fuoco della paura. Anzi, sembra quasi provare uno strano diletto nel terrorizzare Coffin e i suoi uomini facendo loro recapitare dei messaggi nei quali si firma "L’uomo della tomba". E in tale veste dà il via alla vendetta proponendosi di riservare al suo nemico un trattamento speciale: ucciderlo semplicemente sarebbe troppo comodo, Coffin non merita una morte rapida. Occhio per occhio, dente per dente. Coffin si merita quello che lui aveva riservato allo stesso Tex: “Il terrore prima della morte”. Ed è così che, messosi in caccia, il volto nascosto dal fazzoletto, il nostro eroe irrompe armi in pugno nel saloon di Calver City tra la sorpresa degli avventori che vengono apostrofati con disprezzo: “Non è la vostra borsa che voglio, branco di idioti”. Invece la sua preda è lì di fronte a lui. “Voglio la pelle di questo assassino”, esclama mentre i presenti si fanno da parte facendo il vuoto attorno all’atterrito Coffin. Allora Tex invita il suo avversario ad estrarre la colt: “Prendi la tua pistola e difenditi, cane. Io sparerò solo quando tu avrai in pugno la tua pistola”. Coffin non si fa pregare e spara. E’ un attimo: Tex, senza scomporsi, risponde al fuoco ferendogli la mano. E infine, con un’aria teatrale che sfiora il melodramma, l’Uomo della Tomba esce di scena non senza aver ricordato a Coffin il destino che lo aspetta: “Maledetto – esclama terrificante – e non ti potrei uccidere ora? Sei nelle mie mani e l’inferno ti attende, Coffin… Ma può attendere ancora un poco… La vita è bella, vero? E allora ti lascerò vivere ancora un poco, cane!”
Questi sono gli esordi del personaggio. Tex nasce così. Eroe solitario, raddrizzatore dei torti, spietato giustiziere, persecutore dei malfattori, brutale, impulsivo, spaccone, arrogante, guascone… Resta il fatto che fin dall’inizio un’ombra oscura e sinistra lo accompagna nelle sue avventure, pronta a ghermire coloro che gli attraversano la strada, perché lui è soprattutto “il terrore prima della morte”.
Personaggio inverosimile? Forse. Ma quello che conta è che ha saputo toccare le corde di un esercito di lettori vecchi e giovani. Ed è inutile chiedersi se l’autore abbia saputo conservare nei decenni i tratti originari con i quali dipinse un simile personaggio straordinario al punto da immedesimarsene. Ai lettori l’ardua sentenza. Resta il fatto che oggi, passato in altre mani, Tex rimane pur sempre materia incandescente: cimentarsi con lui è comunque una prova del fuoco.

("La mano rossa", n. 1)